Sembra più vicino l’addio alle iniezioni quotidiane di insulina per i malati di diabete di tipo 1, dopo che gli scienziati hanno mostrato come sia possibile ripristinare la produzione di insulina per almeno un anno, potenziando il sistema immunitario. Il tutto grazie a una reinfusione di cellule dello stesso paziente, selezionate e coltivate ad hoc.
Il diabete è una malattia autoimmune che attacca le cellule che secernono insulina nel pancreas: se le persone sane hanno miliardi di cellule ‘guardiane’, dette Treg – che proteggono le produttrici di insulina dall’attacco del sistema immunitario – chi soffre di diabete di tipo 1 non ne ha abbastanza.
Ora i ricercatori dell’University of California e di Yale hanno mostrato, in un lavoro pubblicato su ‘Science Translational Medicine’, che le Treg possono essere rimosse dall’organismo, moltiplicate in laboratorio e infuse di nuovo per ripristinare la normale funzione delle produttrici d’insulina. Un trial iniziale, condotto su 14 persone, ha mostrato che la terapia è sicura e gli effetti possono durare fino ad un anno. “Questo potrebbe cambiare le cose”, dice Jeffrey Bluestone, docente di metabolismo ed endocrinologia dell’University of California a San Francisco.
“Usando queste Treg per rieducare il sistema immunitario siamo in grado di cambiare davvero il corso della malattia – spiega – Ci aspettiamo che queste cellule diventino una parte importante della terapia del diabete in futuro”.
Il trattamento non solo blocca la necessità di regolari punture di insulina ma previene la progressione della malattia, cosa che potrebbe evitare di incorrere in complicanze del diabete, come cecità e amputazioni, più avanti negli anni. In base alla nuova procedura i medici hanno rimosso circa due tazze di sangue che contengono da 2 a 4 milioni di cellule Treg da 14 pazienti di 18-43 anni, con una recente diagnosi di diabete. Le cellule Treg sono state separate dalle altre e coltivate, prima di essere infuse di nuovo nel sangue dei pazienti.
Mary Rooney, 39 anni e una diagnosi risalente al 2011, è stata la prima ad essere coinvolta nel trial, anche perché lavorava come ricercatrice all’University of California.
“Ero spaventata – confida al ‘Telegraph’ – ma mi piaceva il fatto che questo trattamento sperimentale usasse le mie cellule, che sarebbero state espanse in laboratorio e poi re-infuse. La teoria alla base di questo studio aveva senso per me. La reinfusione di cellule Treg libera le persone come me dal fastidio quotidiano dell’iniezione di insulina”. Secondo il team, questo trattamento è promettente anche per altre malattie autoimmuni, come artrite reumatoide e lupus.